Invalidità permanente: Cosa si intende?
L’invalidità permanente è un danno fisico alla persona, conseguente ad un infortunio o ad una malattia, che ne inficia in […]
L’invalidità permanente è un danno fisico alla persona, conseguente ad un infortunio o ad una malattia, che ne inficia in modo irrevocabile la capacità lavorativa. La definizione dell’invalidità come permanente ne mette in risalto una sua peculiarità, ovvero deve trattarsi di una invalidità che la persona si porterà dietro per tutta la vita, non soggetta a remissione e che in ogni caso dovrà manifestarsi dopo l’infortunio.
Valutazione dell’entità
Valutare l’entità dell’invalidità spetta a due enti: Inail e Ania. Il primo è l’istituto nazionale che si occupa degli infortuni sul lavoro, mentre il secondo è un’associazione che rappresenta tutte le compagnie d’assicurazione. Entrambe queste figure lavorano alla stesura di tabelle istituzionali che riportano accanto ad ogni tipo di menomazione fisica una valutazione in percentuale alla perdita della capacità lavorativa.
Analizzando le tabelle si nota la presenza di due tipi di menomazioni fisiche, ovvero quelle anatomiche e quelle sensoriali. Con menomazioni di tipo anatomiche si intendono tutte quelle che riguardano il corpo e la capacità motoria di una persona, mentre quelle di tipo sensoriale investono la sfera dei cinque sensi (es. cecità parziale o totale, sordità).
Può capitare che un soggetto sia colpito da un tipo di menomazione non compreso in tabella. Questo comporta la necessità dell’intervento di un medico legale che ne attesterà la natura e ne valuterà la relativa percentuale di incidenza sulla capacità lavorativa.
Altra cosa che può accadere, è che una persona può avere un’invalidità che comprenda al contempo una menomazione sensoriale e una anatomica. In questo caso la percentuale di invalidità sarà il risultato della somma delle percentuali di ciascuna.
L’assicurazione per l’invalidità permanente da infortunio o malattia
Tutelarsi dalle conseguenza di un’invalidità permanente da infortunio o da malattia è ciò che spinge tantissime persone ad aprire un’assicurazione per invalidità permanente con una compagnia d’assicurazioni. Nello specifico si tratta di una serie di prodotti assicurativi pensati e ideati per chi vuole tutelare la propria capacità economica per l’eventualità in cui a seguito di un infortunio o di una malattia non sia più in grado di lavorare o di farlo come prima.
L’assicurazione per l’invalidità permanente consentirebbe all’assicurato di continuare a vivere con lo stesso tenore di vita anche in caso di ridotta capacità lavorativa, proprio perché lo proteggerebbe economicamente da possibili e impreviste spese mediche cui potrebbe andare incontro, nonché da un mancato guadagno conseguente alla ridotta capacità lavorativa.
In campo assicurativo è molto importante tener distinta la causa dell’invalidità permanente, ovvero se deriva da danni da infortunio o danni da malattia. Questo perché si tratta di due polizze ben distinte tra loro.
Mentre la polizza per infortuni può essere stipulata solo per mettersi al riparo da una invalidità permanente causata da un infortunio sul lavoro, oppure da altri tipi di infortunio indicati nella polizza, per quelle stipulate in caso di malattia si fa riferimento solo alle malattie sopravvenute dopo la stipula del contratto assicurativo.
Indennizzo per invalidità permanente: come si calcola
Per sapere a quanto ammonta l’indennizzo spettante in caso di invalidità permanente occorre distinguere a seconda che venga elargito dall’Inail, oppure da una compagnia d’assicurazione.
Nel primo caso occorre sempre far riferimento alle tabelle istituzionali, dove oltre ad essere indicate le percentuali di invalidità in base al tipo di menomazione, si trovano anche le indennità corrispondenti che si differenziano in base all’età della persona.
Nel caso di una polizza per invalidità permanente, sarà l’assicurato a scegliere l’importo massimo che vorrebbe ottenere dalla polizza, e da ciò dipenderà non solo il premio versato dallo stesso, ma anche il valore dell’indennizzo.
Per calcolare questo, l’assicurazione farà sempre riferimento alle tabelle istituzionali predisposte dall’Inail e Ania, e dopo aver detratto un’eventuale franchigia, calcolerà l’indennizzo spettante. Esempio: Nel caso in cui la cifra assicurata è di 100.000 euro e l’invalidità riconosciuta è pari al 10%, l’indennizzo sarà pari a 10.000 euro. Nel caso di una franchigia del 4%, l’indennizzo scenderà a 6.000 euro, ovvero il 6%.
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